Il 17 settembre 2017 si è svolta nel Comune di Alpago (BL) la nostra prima uscita della stagione 2017-2018. Alpago è un nuovo comune del Veneto, istituito il 23 febbraio 2016 con la fusione dei comuni contigui di Farra, Pieve e Puos. Si estende in una conca circondata dalle Prealpi Bellunesi, tra la valle del Piave e la Val Lapisina. La parte a sud ovest è occupata dalle verdi acque del Lago di Santa Croce, mentre quella a sud est dall’altopiano del Cansiglio.
La prima tappa della giornata è stata dedicata alla visita del Museo “Casa dell’Alchimista” a Tambre. Il palazzetto tardo-gotico del ‘500 era probabile dimora e laboratorio di un alchimista esule da Alessandria d’Egitto e protetto dalla Serenissima Repubblica di Venezia proprio in questo luogo vicino al Cansiglio. A confermare l’importanza alchemica dell’edificio sono la sua tipologia architettonica, gli elementi iconografici della facciata ancora riconoscibili, i materiali usati per la decorazione.
Ci siamo poi spostati a Pianon, una frazione di Tambre, alla scoperta dell’agnello d’Alpago, ospiti della Società Agricola Cooperativa Fardjma. Il signor Franco Pianon e i suoi collaboratori, durante un rinfresco di benvenuto, ci hanno illustrato il lavoro e lo scopo della cooperativa. Una ventina di allevatori, soci della stessa, si occupano di circa millecinquecento esemplari di pecore. Ovino a triplice attitudine (carne, latte, lana), la pecora alpagota è allevata con tecniche tradizionali e semistanziali, con stabulazione permanente in stalla nel periodo invernale per garantirne il benessere; dalla primavera all’autunno viene portata al pascolo nei prati dell’Alpago a un’altitudine variabile dai 400 ai 1500 metri. Per la sua crescita non si usano insilati o mangimi, come prescritto dal rigoroso Disciplinare di Produzione Fardjma/Presidio Slow-Food.
Gli agnelli di razza ovina alpagota sono considerati “razza in via di estinzione” dall’Unione Europea, quindi l’agnello d’Alpago commercializzato a marchio Fardjma è un prodotto di nicchia: è leggero, cresciuto con allattamento naturale e al pascolo, macellato a soli due-tre mesi di vita al peso vivo di 18-25 Kg; ha una carne tenera e compatta, giustamente equilibrata nella parte grassa e magra, che viene preparata tradizionalmente al forno, allo spiedo o in carrè a cottura rosa.
Abbiamo avuto modo di gustare questa prelibatezza a Puos d’Alpago, alla Locanda San Lorenzo, un ristorante-albergo condotto dalla famiglia Dal Farra, insignito con una stella Michelin grazie allo chef Renzo, persona affabile, competente, amante della sua terra, che a fine pranzo ci ha illustrato ogni portata e ci ha parlato delle eccellenze enogastronomiche della zona. Alla locanda abbiamo degustato l’antipasto con la trota dell’Alpago marinata con avocado e chutney di ananas e peperone, il risotto con funghi e ragù di pollo nostrano, l’agnello come piatto principe del convivio, uno squisito crumble alle mele con gelato alla cannella. Tra i vini, da segnalare il Pinot Grigio dell’Alpago Marco Levis.
Dopo pranzo abbiamo concluso la giornata con una sosta e una passeggiata al Lago di S. Croce.
Forniamo di seguito la ricetta degli asparagi degustati alla Cooperativa Fardjma, che hanno riscosso grande successo.
ASPARAGI IN AGRODOLCE
1Kg di asparagi bianchi di Cima d’Olmo
3-4 cipolle bianche
1 bicchiere di aceto bianco
2 bicchieri di olio di semi di mais
1 cucchiaio di sale grosso
1 cucchiaio di zucchero
origano q.b.
Tritare le cipolle, mondare gli asparagi, mettere tutto in una casseruola (asparagi, cipolle, olio, aceto, zucchero, sale, origano) e dal bollore contare circa 5/6 minuti prima di metterli ancora caldi nei vasi. Non serve sterilizzare.
Giornata completa: cultura, buon cibo e bella compagnia !
Direi gran bella gita, ottima organizzazione, luoghi interessanti, ottimi cibi e bellissima compagnia.
Una super citazione per il piatto principale presentato dallo chef Renzo : l’agnello di Alpago in 6 diverse cotture. Eccellente!!